Marvel IT presenta
# 20 – Fuoco incrociato
di Carmelo Mobilia
Ospite d’onore:
Ogni buon poliziotto che si rispetti
ha fatto almeno una volta nella sua carriera un appostamento, in quanto è una
delle tecniche investigative più importanti. Praticamente, chi deve effettuare
le indagini si apposta a osservare persone o fatti che accadono in un
determinato luogo, senza però essere visto. Occorrono grande accortezza,
precisione ma soprattutto armarsi di tanta, tantissima pazienza.
“La
pazienza può far germogliare delle pietre, a condizione di saper
aspettare” scriveva Driss Chraibi.
“La pazienza è
la virtù dei forti” ... o era la calma, quella? Fatto sta che questa sera
Ben Reilly, il più famoso traicloni dell’Uomo Ragno, fece appello a questa sua
virtù quando decise di mettersi a piantonare la villa di Damon Dran nella
periferia di San Francisco. Era proprio questo il luogo segnato sulla cartina
che era riuscito a prendere dal nascondiglio di Hobgoblin [1]. Questo
nuovo criminale incappucciato aveva esordito
proprio attaccando uno dei magazzini di Dran, facendo una carneficina dei suoi
uomini [2].
La villa era dunque il suo obiettivo. Era semplice
intuire qual era il suo piano: Hobgoblin
lavorava per il Signore del Crimine, il re della mala di San Francisco, che era
entrato in competizione con Dran per il controllo del traffico di droga in
città,e dunque voleva sbarazzarsi della concorrenza eliminando il
rivale,attaccandolo mentre nella sua casa, mettendola a ferro e fuoco. Chiunque
ci fosse sotto il cappuccio di Hobgoblin,agiva proprio come i suoi predecessori
newyorkesi.
<Ci sarà un lago di sangue ... a meno che io non
possa dire la mia per impedirlo.> pensò Ben, mentre stava in macchina,
mangiando i tramezzini al tonno che Helen gli aveva preparato. La ragazza
sapeva bene com’è duro il mestiere del poliziotto, essendo figlia di uno di
essi (o meglio lo era Gwen Stacy, di cui lei era un clone, ma questi sono
dettagli ...), e gli aveva fornito tutto il necessario: cibo in abbondanza, un
thermos per la limonata e uno con il caffè caldo, cruciverba, un CD col meglio
di Elvis Costello e quei vecchi numeri di Detective
Comics. Ben poteva fare affidamento sul suo senso di ragno, che lo avrebbe
avvisato in caso di immediato pericolo, potendo quindi permettersi il lusso di
svagarsi un po’, leggendo i fumetti o scarabocchiando le foto di personaggi
famosi sulle pubblicità dell’Examiner.
Ma anche così, però, la noia di passare diverse ore chiuso in auto era dura da
sopportate. La voglia di uscire e librarsi in volo appeso alle sue tele era
tanta, ma non doveva dare nell’occhio, per cui fare una cosa del genere era
escluso.
<Chissà che diavolo sta facendo Dran in questo
momento, e se è a conoscenza dell’agguato...> si chiese Ben, sbadigliando e cercando di rilassare i
muscoli del collo.
Il soggetto della sua riflessione in quel
momento stava comodamente seduto nella
sua poltrona di pelle davanti al suo maxi schermo ultrapiatto, con in mano un
bicchiere di scotch e aspirando la sua Benson dal lungo e costoso bocchino. Il
suo aiutante tuttofare Jacques entrò nel
soggiorno, arrivandogli alle spalle.
<Signore, mi spiace interrompere la sua visione,
ma mi aveva detto d’informarla quando sarebbe arrivato il carico da Genosha ...>
<Hai fatto bene, Jacques. Lo hai fatto provare
agli assaggiatori?>
<Si signori, e sono entusiasti. Alcuni dei
mutanti da cui sono stati ricavati mi è stato detto che erano di livello
“Beta”. Alcuni di essi avevano persino
sviluppato una mutazione secondaria ...>
<E questo cosa vuol dire?>
<Stando ai nostri chimici, una durata minore
degli effetti, conseguente però allo
sviluppo di ben due mutazioni differenti.>
<Due superpoteri? Magnifico! Dovremmo chiamarla
“OCM 2.0”. Hai per caso portano un campione con te?>
<Certamente signore, ho pensato che ne avrebbe
gradito un assaggio.>
Jacques allungo un flaconcino arancione contenente
delle pasticche.
<Ben fatto vecchio mio, ben fatto. Più tardi
magari la proverò... intanto, versati un bicchiere anche tu e festeggiamo il
nostro acquisto ...>
Fuori.
<CHE PAAAAAAAALLE!!!> diceva Ben all’interno
della sua auto.
<Non ne posso più! Ma come fanno gli altri
detective? > sbuffava e si stiracchiava, insoddisfatto e impaziente.
<Forse dovrei mettermi il costume e andare a dare
un’occhiata. E’ un po’ rischioso ma è sempre meglio che stare qui a fare la
muffa.>
All’improvviso la sua tasca si mise a vibrare.
Tirò fuori il suo cellulare. C’era un messaggio di Elizabeth in cui gli
chiedeva quando sarebbe passato a trovare il piccolo David. Era contento di
avere suo figlio così vicino da poterlo vedere spesso, meno dover avere a che
fare con sua madre, dopo la “scappatella” che aveva avuto con lei qualche tempo
prima. Lei aveva visto la cosa come un riavvicinamento, ma di tornare insieme
Ben non ne aveva la minima intenzione. Il dramma che aveva colpito il loro
bambino [3] aveva messo da parte la questione ma ora che le cose si
erano calmate il problema si riproponeva. Come avrebbe reagito Helen se avesse
saputo della cosa?
<Dio. Vedersela con Hobgoblin improvvisamente mi
sembra una prospettiva meno spaventosa....>
Ma Ben Reilly non era il solo ad essere appostato di
fronte alla residenza di Dran, quella sera. In un altro punto, non molto
distante da lui, un altro uomo, all’interno di un furgone nero, teneva d’occhio
la villa.
Diario
di guerra del Punitore. Il magazzino che ho colpito qualche giorno fa
apparteneva a Damon Dran, un ex industriale degli armamenti di Berkeley. Questo
Dran ha costruito una fortuna vendendo morte per decenni, e adesso ha messo le
mani sulla droga più micidiale che c’è in giro. Con l’arresto di quel lardoso
di Slug [4] Dran sta cercando di appropriarsi del
titolo di maggior trafficante della
costa Ovest. Stanotte gli farò chiudere bottega. Lo chiamano “l’uomo
indistruttibile”. Ho un intero arsenale pronto per testare quanto questa cosa
sia attendibile.
Mise un mattone sul pedale dell’acceleratore e lanciò il suo furgone nero a tutta velocità verso il cancello d’ingresso della villa. Gli uomini di guardia a questo rimasero sconcertati. Vennero travolti nell’impatto, mentre il mezzo andò a schiantarsi verso il portone. In quell’istante il Punitore pigiò il pulsante del piccolo detonatore che teneva in mano, e gli esplosivi di cui era carico il furgone scoppiarono provocando un boato assordante.
Anche senza che il suo senso di ragno
che pizzicava all’impazzata, dunque, Ben si accorse che l’attentato era
iniziato.
< E’ARRIVATO!> esclamò Ben,
spaventato per lo scoppio <Devo mettermi il costume!>
<Cosa cazzo è stato!> gridò
Damon Dran da dentro la villa, vedendo le fiamme propagarsi all’interno.
<Siamo sotto attacco!> disse
Jacques.
Frank Castle fece il suo spaventoso
ingresso nella villa, armato di un M60 su cui aveva montato un potentissimo
lancia granate. Gli uomini della sicurezza venivano letteralmente fatti a pezzi
dai colpi sparati dall’arma: le pareti saltavano per aria sotto i colpi delle
granate, eliminando qualsiasi possibile riparo, benché non ci fosse modo di
nascondersi da nessuna parte, dato che i proiettili venivano sparati ad una velocità
tale che non era possibile evitarli, tantomeno riparandosi dietro i mobili, che
venivano puntualmente distrutti.
<DRAN! VIENI FUORI!> gridò a
squarciagola, cercando di superare il rumore della sua mitragliatrice.
<TU! Che diavolo ci fai in California?>
<Non ho limiti di giurisdizione,
io. Nessuno è al sicuro con me, e adesso è giunta la tua ora.>
Lo centrò con una raffica, ma i
proiettili non intaccarono minimamente la sua pelle.
<E’ tutto qui Castle? Io non sono
come i russi di Brighton Beach ... non
me la faccio sotto davanti al tuo sputaconfetti. In molti come te hanno cercato
di farmi fuori, e non ci sono riusciti ...>
<Nessuno è come me, feccia...>
Frank staccò dalla sua cintura una granata al fosforo bianco e gliela lanciò:
subito le fiamme chimiche si propagarono sulla pelle di Damon Dran: data la sua
invulnerabilità i tessuti non venivano danneggiati, tuttavia lo shock di andare
a fuoco lo mise in agitazione, forse per via di un’esperienza analoga fatta non
molto tempo prima. Si mise a fuggire alla cieca.
<Non andartene, Dran ... ne ho
ancora parecchia di quella roba ...>
Il criminale percorreva a gambe levate
i corridoi della sua grande casa, continuando a bruciare, fino a quando non
raggiunse la sua enorme piscina e vi si lanciò dentro. Mentre si immergeva
nell’acqua fredda estinguendo le fiamme e
avendo un po’ di sollievo, venne raggiunto sul fondo da un altro
inquietante oggetto di forma sferica e di colore arancione.
Ci fu una seconda esplosione, di
proporzioni tali da svuotare mezza piscina e catapultare fuori Damon.
Una sinistra risata echeggiò
nell’aria.
<AH AH AH AH AH AH
AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH!!!!!!!!!!!!!>
A bordo del suo aliante anche
Hobgoblin fece la sua comparsa.
Fuori dalla villa, poco prima.
C’era un altro furgone appostato poco lontano da villa
Dran quella sera.
Al suo interno, gli uomini del Signore del
Crimine, quelli per il quali Ben Reilly s’era scomodato. Come aveva scoperto
nei panni del Ragno Rosso, la villa era l’obiettivo del loro attacco. Quello
che però non sapeva è che il Signore del Crimine aveva piazzato degli uomini
all’interno della villa, tra le guardie al soldo di Dran. Il piano era quello
di attaccarlo su due fronti, interno ed esterno. A Hobgoblin ovviamente
spettava l’attacco frontale. Sentirono il grande boato provocato da
un’esplosione.
<Ecco, dev’essere il segnale dei
nostri.> disse l’uomo al volante.
<Ma non s’era detto che stava a noi
muoverci per primi?>
<Qualcosa dev’essere andato storto.
Non importa. Adesso tocca noi. Tu sei pronto?> chiese all’uomo sul retro,
che stava indossando un costume con cappuccio.
<Si, stavo dando un’ultima
sistemata al mio arsenale.>
<Sai, non lo avrei mai detto che ci
fosse uno come te sotto quel costume da pagliaccio ...>
<Già neanch’io. M’immaginavo uno
del giro, magari che fosse stato dentro e invece ...>
<Immagino sappiate che questa è
un’informazione riservata che non dovete assolutamente divulgare, vero
ragazzi?>
<Si, sta tranquillo, il capo è
stato chiaro con noi. Non ne faremo parola con anima viva.>
<Si amico, saremo due tombe ...>
<Oh ne sono certo....>
Aprì il portellone sul retro, salì sul suo
aliante e decollò verso l’altro, lasciandosi alle spalle la consueta scia
di denso fumo nero.
<A te non da i brividi, quel
tipo?>
<Beh ti dirò.... prima si, ma adesso che so chi c’è sotto la maschera io...
oh, tu non senti niente?>
La bomba zucca che Hobgoblin aveva
piazzato di nascosto sotto i sedili esplose fragorosa, riducendo i due uomini a
brandelli.
<AH AH AH AH AH AH
AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH!!!!!!!!!!!!!>
Arrivò sul posto proprio mentre Dran
si gettò nella piscina cercando di spegnere in fuoco che aveva addosso.
Hobgoblin mise mano alla sua borsa tracolla, impugnò un’altra bomba zucca e la
lanciò nell’acqua.
<Damon Dran ... è il momento di
fare due chiacchiere.> disse l’Incappucciato.
<Dicono che niente possa penetrare
la tua pelle ... allora ho portato qualcosa da farti annusare. > tirò fuori un piccolo manufatto a forma di
teschio; premendolo, dalle sue orbite spruzzò un gas venefico di colore rosso
che investì Damon. Quest’ultimò cominciò a tossire copiosamente.
<Ti è piaciuto? Oh se non fosse di
tuo gradimento ho altre fragranze da farti provare!> disse con diabolico
sarcasmo, come quello di un bambino dispettoso. Ma mentre si godeva lo
spettacolo del suo avversario in agonia, una raffica di proiettili gli crivellò
la schiena, bucandogli il già logoro mantello.
<Dev’essere il mio compleanno>
disse Frank Castle, arrivando in giardino armato di una coppia di Uzi 9 mm
fumanti <Vengo qui per beccare Dran e trovo anche te, il re dei folletti.
Troppa grazia.>
Hobgoblin cadde a terra, dolorante. La
corazza che indossava sotto il costume era a prova di proiettile, ma da quella
distanza fu come venire colpiti dallo
scalciare di un mulo.
<Kevlar scommetto. Molto furbo da
parte tua. Ma scommetto che non lo indossi sotto il cappuccio...>
Era ad un passo dalla morte, aveva la
canna di una mitraglietta a pochi centimetri dalla testa.
Il Punitore avrebbe senza dubbio tirato il
grilletto, se il Ragno Rosso non fosse intervenuto tirandolo verso di se con
una delle sue ragnatele.
<TU! Che diavolo ci fai qui?>
<Beh cosa vuoi che ti dica, Frankie
... mi mancavi. Sai, è vero quello che si dice del fascino degli italiani
...>
Grazie ai suoi lancia ragnatele il
Rosso immobilizzò il Punitore, avvolgendolo nella sua tela. Castle imprecò
furiosamente.
<Sei tale e quale a quell’altro
cretino di New York, non solo nel costume. Non lo capisci che per i bastardi
come loro il carcere non serve? Ma che cazzo ci vuole per farvelo capire? >
<Che ti posso dire... a scuola ero
lento nell’imparare certe lezioni. E poi non farti ingannare dal colore del mio
costume, il sangue m’impressiona, e
quindi non ti permetterò di spargerne ...>
Una volta certo che Castle non potesse
muoversi, il Ragno Rosso si concentrò totalmente su Hobgoblin. Il più
pericoloso criminale di San Francisco era lì, ancora disteso a terra, con le
mani sul petto. Finalmente aveva l’occasione si smascherarlo e di mettere fine
al mistero che da ormai parecchie settimane lo stava tormentando. Avvicinò
la mano per togliergli la maschera,
l’altro tirò indietro la testa cercando di allontanarsi per impedirglielo. Non
ci sarebbe riuscito, se non fosse stato per l’improvviso pizzicare del senso di
ragno del suo avversario che lo avvisò di un pericolo imminente.
Istintivamente fece un balzo alla sua
sinistra, evitando un blocco di cemento che proveniva dalle sue spalle. A
lanciargli il macigno era stato Damon Dran, tramutatosi in un colosso tutto
muscoli simile a Hulk.
<Uh, che palestra frequenti?>
gli disse il Ragno Rosso, mascherando come al solito paura e stupore con
l’ironia.
In quegli attimi in cui tutti si erano
concentrati su Hobgoblin infatti, Dran aveva ingerito di nascosto una di quelle
pasticche di OCM che aveva ricevuto poco prima dal suo maggiordomo. La droga
aveva mutato nel gigante forzuto che ora stava per affrontare il nostro eroe.
<Siete venuti in casa mia per
uccidermi, ma sarete voi ad andare all’altro mondo. Vi farò rimpiangere il
giorno in cui mi avete messo i bastoni tra le ruote ...>
Caricò a testa bassa come un toro
cercando di travolgere il Ragno Rosso, ma questi lo evitò con un salto.
<Nessuno uscirà vivo da
qui!>gridò cercando di avventarsi su Hobgoblin.
<Ehi! Io sono appena arrivato!>
disse Il Ragno, evitandolo e allo stesso tempo spingendo via il folletto
mascherato dalla traiettoria dei pugni di Dran, che distrussero il selciato
mancando il bersaglio.
<Non puoi evitarmi e
contemporaneamente impedirmi di ucciderlo, idiota!>
<Ha ragione> pensò Ben <Non
posso continuare così in eterno, devo passare all’attacco!> pensò tra se se.
<Ok, Ben pensa: cosa dice il
manuale del perfetto supereroe in questi casi? “Quando si affronta un gigante iperforte, bisogna continuare a
saltellargli intorno, rimanendo sempre in movimento, continuando a colpirlo
ripetutamente finchè non crolla.” L’hai fatto un milione di volte. Ok, in
realtà è Peter che lo ha fatto un milione di volte, ma per te è lo stesso
....>
E proprio utilizzando questa tecnica
di lotta, il Rosso affrontò il gigante potenziato. Un secondo prima era in
basso a destra, colpendo al fianco, un istante dopo in alto a sinistra,
colpendolo alla tempia. Saltava e si abbassava, colpiva e schivava, rimbalzando
dappertutto, cercando di tenerlo lontano da Hobgoblin. Ma Dran era più
invulnerabile che mai.
<Tutto qui quello che sai fare?
Francamente sono deluso, Uomo Ragno ...>
<Ragno Rosso, mi chiamo Ragno
Rosso! RAGNO/ROSSO. Ma è così difficile per voi impararlo?>
<Tra non molto non farà molta
differenza ...> disse il criminale, sferrando l’ennesimo pugno a vuoto.
Nel frattempo, ignorato da tutti, il
Punitore era riuscito ad afferrare il coltello nel suo stivale, e con quello
iniziava a tagliare la tela che lo imprigionava.
All’improvviso una bomba zucca esplose
contro la schiena di Dran. L’onda d’urto dovuta allo scoppio investì anche il
Rosso, lasciandolo tramortito.
<Vedo che ti sei ripreso, ‘Goblin.
Ma non ti sei fatto più furbo ... i tuoi
giocattoli non potevano nuocermi prima, cosa ti fa credere che possano farlo
adesso? > Hobgoblin non gli rispose, tese le dita in sua direzione e lo
colpì con le raffiche laser dei suoi guanti, ma anch’esse risultarono
inefficaci. Dran continuò ad avanzare e
riuscì ad afferrarlo per il mantello, attirandolo a se.
<Ora sei mio, maledetto. Hai altro
in quella sacca da farmi provare, prima che ti spedisca all’altro mondo?>
Era sul punto di ucciderlo,
schiacciandogli la testa tra le possenti mani, quando il Ragno Rosso ormai
ripresosi , compì uno dei suoi salvataggi più spettacolari: con un balzo
acrobatico fu sopra le loro teste, lanciò una tela su Hobgoblin e grazie alla
spinta lo strappò dalle mani di Dran, lanciandolo lontano da lui, ma così
facendo scoprì il fianco, venendo colpito con forza alla schiena. Il pugno fu di una violenza tale che lo
lasciò barcollante per il dolore.
Nel frattempo Hobgoblin era riuscito a
raggiungere il suo aliante. Infilò i piedi nelle staffe e spiccò il volo verso
l’alto. Il piano era andato in malora a causa dell’imprevisto arrivo del
Punitore che aveva ucciso
indistintamente i suoi complici assieme agli uomini di Dran, lasciandolo senza
copertura. E la droga, l’arrivo del Rosso ... troppi intoppi in questa missione.
Era rimasto ferito e l’unica cosa che contava adesso era salvare la pelle.
Si voltò per un secondo, guardando
Dran avventarsi sul Ragno Rosso, inerme per il colpo ricevuto. Era forse per
l’impulso di aiutarlo? in fondo, gli aveva salvato la vita mettendo a rischio
la sua. Ma fu un attimo, il tempo di un battito di ciglia. Qualsiasi pensiero
potesse aver avuto in quell’istante, Hobgoblin se lo lasciò alle spalle assieme
alla nuvola di fumo nero dello scarico del suo aliante.
<Sei veramente un imbecille, Ragno
Rosso! Gli hai permesso di fuggire. Lo sai quanto tempo e denaro avrei
risparmiato se non mi avessi impedito di ammazzare quel maledetto? Adesso sarai
tu che la pagherai ...per i danni alla
mia proprietà, per la perdita dei miei uomini, per tutto quanto!>
<V-Volevo s-solo evitare che ti
ammazzassero. N-Non potresti essere più carino con me?> disse il Rosso con un filo di voce. Era
alla sua mercè, ancora indebolito per la batosta presa prima.
Dran era ormai su di lui quando una
raffica di proiettili lo colpì in piena faccia.
<Castle! Mi stavo quasi
dimenticando di te, in tutto questo trambusto.... non mi è piaciuto lo
scherzetto che mi hai fatto prima. E sia, sarai tu il primo!>
Il vigilantes col teschio sul petto
non disse una parola e continuò a far parlare gli Uzi al suo posto. Le
pallottole erano poco più che una seccatura per Dran, come punture d’insetto.
Avanzò verso di lui quando all’improvviso mise il piede su di una mina, che lo
fece saltare in aria: l’ennesima esplosione non lo scalfì minimamente, ma lo
fece precipitare dentro l’enorme piscina ormai semivuota. Frank prese dalla sua
cintura un fumogeno e lo scagliò nella vasca, riempiendola di una densa cortina
di fumo.
<Non ti servirà a niente, Castle!
Stai solo rimandando l’inevitabile!>
Il Punitore andò a soccorrere il Ragno
Rosso.
<Coraggio uomo insetto, alzati...
Dobbiamo andare.>
<N-Non attaccherai con il solito “in piedi, soldato, è un ordine”,
vero?>
<Tu non sei un soldato. Ora
muoviti, buffone.>
I due entrarono nella villa. Per Damon
Dran non fu un problema uscire dalla vasca, creandosi degli appigli grazie alle
sue forzute dita. In pochi istanti uscì, ma dei suoi nemici non v’era traccia.
<Oh non ve ne andrete di qui! Vi
troverò! Sento il vostro odore!>
<Magnifico,non è solo forte come
Hulk, ma ha pure l’olfatto di Wolverine. Che facciamo? Hai un piano?>
<In effetti ce l’ho, ma mi serve il
tuo aiuto. Devi fare come ti dico.>
<Oh ma perché l’ho chiesto?>
borbottò il Rosso, laconicamente.
Nel frattempo, Dran entrò nella villa.
Annusò l’aria, ricca di polvere da sparo ed esplosivo. I suoi sensi, potenziati
dal secondo potere dell’OCM gli fecero captare l’odore del Punitore.
<Ti sento Frank! Sei al piano di
sopra!> Salì per le scale facendo i gradini a tre a tre. Seguendo il suo
fiuto, avvertì la sua presenza dietro una parte, che venne prontamente
abbattuta.
<Ah! Eccoti qui!>
Frank aprì il fuoco con l’AK-47 che
aveva preso dal cadavere di una delle guardie che aveva ucciso prima.
<Ti dirò la stessa cosa che ho
detto ad Hobgoblin prima... come puoi sperare di ferirmi con quell’arma quando
non ci sei riuscito prima con un M60? Io me ne intendo di munizioni, sai...
devi essere veramente disperato! Ah, fai tanto il duro, ti atteggi da superuomo
ma io lo sento chiaramente .... sento l’odore della tua paura!>
<Uh credo che quella venga da me
...> disse il Ragno Rosso saltandogli in testa, ricoprendogli il volto con
la sua tela. Quindi il Punitore scaricò
ai suoi piedi l’intero il caricatore del suo fucile; il pavimento, già provato dalle esplosioni
delle granate precedenti, cedette sul colpo, facendo precipitare Dran.
<Ok, vai!> gridò Frank.
Il Ragno Rosso seguì Dran al piano di
sotto; mentre questi, ancora accecato,
si stava rialzando lui gli avvolse le caviglie con la ragnatela, facendogli
perdere l’equilibrio. Un istante dopo lo immobilizzò completamente grazie alla
sua tela ad impatto.
Al piano di sopra il Punitore aveva
finito di piazzare tutti gli esplosivi che ancora aveva nella cintura.
<ORA!> gridò poco prima di
lanciarsi da una finestra e di premere il pulsante di detonazione. Le
esplosioni provocate causarono il crollo dell’intero primo piano della villa,
tutto addosso a Dran, ancora inerme come una mummia.
Grazie alla sua velocità di ragno il
Rosso evitò invece di venire sepolto, togliendosi dalla traiettoria delle macerie.
Per minuti che sembravano eterni, ci
fu solo polvere nell’aria, così densa da impedire di vedere ad un palmo dal
naso. Il Ragno Rosso avanzò a passo lento tra le macerie. Il senso di ragno
però non pizzicava. Che ne era stato di Dran? Trovò la risposta alla sua
domanda qualche istante dopo, quando vide un braccio spuntare da sotto il
cumulo di macerie. Era un braccio rinsecchito, magro, non appartenente certo al
colosso con cui s’era battuto finora. La
sua invulnerabilità gli aveva senz’altro impedito di rimanere ucciso, ma ora
che gli effetti della droga erano terminati non aveva più una forza tale da
potersi liberare dalla macerie.
Il piano del Punitore s’era rivelato
eccellente:
<Beh avevi ragione, Frank. L’OCM
può pure aver reso Dran una specie di mostro, ma doveva aveva un limite di
tempo ... e tu lo avevi cronometrato,
nel frattempo che io e Hobgoblin ci battevamo con lui, non è vero?> Ma
nessuno gli rispose. Frank Castle era sparito senza lasciare traccia.
<Ah senza neppure salutare ... non
sopporto chi fa così. Certo che se ne è portato di esplosivo ... chissà se lo compra all’ingrosso?> disse
guardandosi intorno, poi però ripensò a tutti gli uomini che il Punitore aveva
ucciso e gli passò completamente la voglia di scherzare.
C’era stata comunque una carneficina.
Certo, non avrebbe potuto impedire il suo arrivo, ma forse avrebbe potuto
evitare tutte quelle morti se solo ...
<Sirene che si avvicinano. Meglio
filare ...> disse tra sè e sè, interrompendo quel deprimente pensiero.
Damon Dran fu arrestato dalle forze di
polizia. All’interno della sua villa - o meglio, di quel che ne rimaneva -
erano state ritrovate numerose prove del
suo collegamento al traffico di OCM ... luoghi di scambio, carichi di merci,
depositi. Abbastanza per fargli fare parecchi anni di galera.
Nel suo attico nel centro di San
Francisco il famigerato Signore del Crimine festeggiava l’eliminazione del suo
rivale.
<Animo, amico mio ... hai salvato
la pelle no? E Dran è finito al fresco.>
Hobgoblin però non condivideva il suo
stesso entusiasmo. Le ferite al costato gli dolevano ancora.
<Sono stati i tuoi uomini a mettere
in bella vista tutto quel materiale, non è così?>
<Esattamente. Beh in origine erano
i suoi uomini, ma è da parecchio che li avevo sul mio libro paga ormai. Mi
serviva solo un pretesto per far arrivare la polizia in massa lì alla sua
villa, ed il gioco era fatto.>
<Perché non mi hai detto niente?
Per poco non ci rimettevo la pelle, dannazione!>
<Ma come potevo prevedere
l’intervento del Punitore o del Ragno Rosso? Erano variabili che non potevo
calcolare! Ma guarda il lato positivo ... con Dran fuori dai piedi, ora
comandiamo noi il traffico di droga, da qui fino a New York! Abbiamo il
monopolio, e da adesso tutti i suoi carichi di roba passeranno a noi, e a
prezzi stracciati! Ce l’abbiamo fatta Hobgoblin ... le tue ferite sono state un
sacrificio necessario.>
Prese una busta di carta dalla sua
scrivania su cui c’era scritto “DOSSIER DRAN”, tirò fuori lo zippo dal taschino
della sua giacca e gli diede fuoco.
<Ora di lui non dobbiamo più
preoccuparci ... nessuno potrà più ostacolarci.> disse con grande
soddisfazione.
Ma c’era qualcuno che non la pensava
così.
In uno dei suoi rifugi segreti infatti
il Punitore stava già pianificando la sua controffensiva.
Diario di guerra del Punitore. Le
cose stanotte sono andate diversamente da come mi aspettavo. Quell’idiota
dell’uomo insetto ha mandato a monte i miei piani. Mi ha impedito di eliminare
Hobgoblin. Un imbecille, come il suo emulo di New York. Sa il diavolo che cosa
li accomuni. Sapevo che mi sarei dovuto confrontare con lui una volta qui a San
Francisco, ma non mi aspettavo la sua presenza stasera. Comunque sia andata,
Damon Dran è fuori dai giochi. Mi rimane un solo obiettivo adesso: il Signore
del Crimine. Con un appellativo del genere, deve aspettarsi una mia visita. E
sono sicuro che lui non sarà tanto difficile da uccidere come lo è stato Dran
...
Forest Hill. Appartamento di Ben Reilly.
Helen dormiva profondamente. Il lavoro
nella casa
di accoglienza per donne era molto duro, e lei ci stava mettendo tutta se
stessa. Ben cercò di non far rumore mentre rincasava. Si sfilò il suo costume
rosso e si infilò sotto la doccia. Dran era finito in prigione e i suoi
colleghi erano riusciti a mettere le mani sui suoi traffici. In fondo era una
vittoria, una vittoria del sistema, continuava a ripetersi.
Ma
ogni qualvolta c’era di mezzo il Punitore finiva sempre in una carneficina.
<E
se ha intenzione di rimanere a Frisco, diventa un mio problema. Oh Cristo... il
Punitore, Hobgoblin ... ho cambiato costa proprio per non avere più a che fare
con pazzi del genere e invece mi ritrovo ancora immischiato in ... ah, al
diavolo, è inutile continuare a lagnarsi. Le lamentele non portano a niente.
Ormai è così che stanno le cose. Io sono venuto qui, loro mi hanno seguito ed è
mia responsabilità fermarli. In fondo ci sono abituato ... mi chiedo solo, chi
altro devo aspettarmi ancora? Quale altro psicopatico del mio passato mi
seguirà qui in California?>
Ma
quella che sembrava una domanda retorica aveva un’assai tragica risposta.
Da
un’altra parte della città infatti ....
Tenderloin, San
Francisco.
I Crips sono una delle più anziane e famigerate bande di strada
della California. Ai tempi della fondazione della gang, i Crips adottarono il
colore blu come segno di riconoscimento, che contrasta con quello adottato dai
loro più acerrimi rivali, i Bloods. La competizione per il controllo delle
varie aree è sempre più accesa, i membri di entrambe le fazioni si uccidono gli
uni con gli altri da decenni e la guerra tra le due gang non sembra ancora
avviarsi ad una soluzione.
Wally Washington Williams sembrava l’ennesima
vittima di questa sanguinosa rivalità.
Qualche sera prima era rimasto ferito
in uno scontro a fuoco con Johnny Prince e altri due membri dei Crips. Johnny
non ha fatto altro che vantarsene con i suoi da allora.
<Il bastardo è fuggito nelle fogne
come lo stronzo che era!> diceva agli altri membri della gang, ogni volta
che si ritrovavano a casa sua per giocare a GTA e a fumarsi qualche canna.
<Devi ammettere che quel bastardo
però aveva le palle> disse il suo amico Jay
<Ci ha affrontato in tre mentre lui era solo ...>
<Si fotta. Probabilmente era
strafatto. Perché cazzo avrebbe fatto una cosa tanto stupida? Si, te lo dico
io: era sballato, partito. Lui ...> all’improvviso, andò via la luce.
<Ehi ma che cazz... >
Non appena i suoi occhi si abituarono
al buio, vide i suoi amici decapitati e smembrati.
<AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!!!!> gridò terrorizzato.
<Ciao Johnny ... > disse una
voce alla finestra. Johnny si voltò di scatto e lo vide: quei tentacoli, come
fiotti di sangue vivi. Il volto terrificante, con zanne mostruose, una
disgustosa lingua smisurata. La vista di
quella creatura cremisi lo paralizzò. Artigli affilati lo raggiunsero,
inchiodandolo al muro.
<Ora vediamo se le hai tu, le palle
...>
Johnny Price passò atroci dolori e
indicibili sofferenze, prima di morire ....
Le Note
Poco da dire su questo numero. Il nostro Ben
se l’è vista davvero brutta in mezzo a tutti questi pazzi che cercavano di
ammazzarsi – e di ammazzarlo – ma ancora una volta ce l’ha fatta. Ma
all’orizzonte ci sono altre minacce in arrivo per lui... si, sono certo che
avete capito chi sia l’essere che è apparso nella scena finale ... per saperne
di più, dovete attendere il prossimo numero....
1 = Nel numero scorso.
2 = Come abbiamo visto nel numero 15.
3 = Nel numero 16.
4 = E’ successo in MarvelIT Team Up # 12/13